La composizione in fotografia - parte prima


Quando scattiamo una foto, dobbiamo tenere a mente quattro concetti:

  • Comporre una immagine non significa necessariamente mettere il soggetto al centro dell’inquadratura. Decentrare la posizione del soggetto permette di realizzare immagini più interessanti e meno banali.
  • Non avere mai fretta di scattare, ma concedersi il tempo necessario per verificare l’inquadratura ed “esplorare” la scena con l’obiettivo (in questo ci aiuta la macchina digitale che permette di scattare più e più foto).
  • Cercare, per quanto possibile, di isolare il soggetto dal suo contesto facendo rientrare nell'inquadratura un numero minimo di elementi indispensabili.
  • Analizzare il contesto nel quale il nostro soggetto si trova è sicuramente il punto chiave della composizione fotografica: esistono infatti infiniti modi di comporre una scena e anche spostare leggermente la nostra inquadratura può cambiare radicalmente il senso finale dell’immagine. Sta all'occhio del fotografo muoversi intorno al soggetto, esplorare appunto, individuare la miglior soluzione possibile e quindi scattare.
Esiste una regola per definire la migliore scena? La risposta è ovviamente no. 
Tuttavia, ci sono alcune linee guida relative alla composizione che possono essere applicate in qualsiasi situazione, per rafforzare l’impatto di una scena, per aiutarci a scattare fotografie più accattivanti che risultino naturalmente equilibrate e che sappiano richiamare l’attenzione sulle parti importanti della scena, guidando l’occhio dello spettatore attraverso l’immagine secondo il percorso che noi vogliamo tracciare.
Una volta acquisita familiarità con questi suggerimenti, sarete sorpresi di quanto sia facile applicare la maggior parte di loro a quasi qualunque scena o immagine.

Ovviamente ciò di cui parleremo in questo articolo non è legge, non si tratta di regole ferree che non possono o non devono essere trasgredite, anzi: probabilmente le migliori foto sono proprio quelle foto che queste regole non seguono. L’unica regola che mai bisogna dimenticare è che non esistono regole che non possano essere trasgredite.


Regola dei terzi

La possiamo definire la regola base della composizione.
Immaginate che la vostra immagine sia divisa in 9 porzioni da due linee orizzontali e due linee verticali. La regola dei terzi è banalmente semplice: bisogna comporre la scena in modo tale che i punti focali della scena ricadano sulle linee o sui punti di intersezione di questi ultimi. 
Usare la regola dei terzi permette di aggiungere equilibrio ed interesse per la foto. Alcuni cellulari offrono anche la possibilità di sovrapporre   la griglia dei terzi nello schermo LCD il che rende questa regola ancora più facile da usare.

Come primo esempio, guardiamo questa immagine: 

ph. Massimo Lanzi, Milano, 2013
il fotografo ha fatto in modo da riempire due terzi dell’immagine con la facciata dell’edificio, mentre la coppia di anziani che attraversa la strada si trova in corrispondenza di uno dei nodi della griglia.




Posizionando il soggetto principale fuori centro -come prevede la regola dei terzi- si crea una foto più interessante ma si rischia spesso di lasciare un vuoto nella scena che può farla sentire, appunto, vuota. Si deve quindi bilanciare il peso del soggetto principale inserendo un altro oggetto di minore importanza per riempire lo spazio.
A questo scopo nella foto successiva la figura dell’uomo al telefono occupa un terzo della foto, andando a bilanciare il panorama sullo sfondo ed evitando l’effetto “cartolina”. 

ph. Massimo Lanzi, Napoli 2013




Nell'ultima foto il soggetto, isolato dal suo contesto dalla nebbia, è stato posizionato in corrispondenza di uno dei punti di intersezione della griglia

ph. Massimo Lanzi, Rimini 2013


Come si può capire, la regola dei terzi è una regola semplice e facile da realizzare ma questo non significa che sia legge. Ansel Adams, uno dei più grandi fotografi americani e uno dei pionieri della fotografia naturalistica, spesso e volentieri ha fatto a meno della regola dei terzi per esplorare nuovi orizzonti e per stupire l’osservatore.

Ansel Adams, Road Nevada, 

Fare una foto tecnicamente perfetta non significa, infatti, fare una bella foto, anzi: probabilmente sarà noiosa e piatta. Cercate insomma di andare oltre la regola dei terzi, tentando sempre di inventare qualcosa.


Elementi compositivi: le linee

Nella composizione fotografica le linee assumono un ruolo chiave, perché ci permettono di guidare lo sguardo dell’osservatore e attirare il suo sguardo su un particolare soggetto della scena o al di fuori di essa.

Linee orizzontali: danno un senso di pace, di tranquillità, stabilità. E questo perché l’idea della forza di gravità ci spinge a trovare anche nelle immagini un piano di appoggio orizzontale.

ph. Massimo Lanzi, Napoli 2013
Come si vede, nella maggior parte dei casi, le linee corrispondono a dei margini e il mezzo principale per crearle è il contrasto: tra luce ed ombra, tra zone di colore diverso o tra superfici differenti.
ph. Massimo Lanzi, Cuma 2014

L’orizzonte: è forse la linea guida più familiare per il nostro sguardo: divide una fotografia in due parti, la terra e il cielo, le cui proporzioni hanno un’influenza decisiva sull'immagine.
Un orizzonte alto suggerisce le qualità terrestri del soggetto. Un orizzonte basso dà invece risalto al cielo. Un orizzonte che divide l’immagine in due parti quasi uguali dà lo stesso risalto al cielo e alla terra generando un’impressione di monotonia, un effetto che può essere desiderabile se si vogliono mettere in rilievo qualità monotone di un soggetto.
L’orizzonte deve essere riprodotto perfettamente orizzontale anche in fotografia, perché anche una minima inclinazione indica una certa trascuratezza; quando invece l’inclinazione è voluta, l’angolo deve essere evidente e non sembrare un difetto.

ph. Massimo Lanzi, Rimini 2013


ph. Massimo Lanzi, Napoli 2013


Linee verticali: sottolineano l’altezza e l'imponenza dell'oggetto. Al contrario di quelle orizzontali, associate ad una base di appoggio, le verticali determinano una impressione di velocità e di movimento verso l’alto o il basso.

ph. Massimo Lanzi, Roma 2014


Ovviamente linee verticali e orizzontali possono stare insieme trasmettendo, a seconda dei casi, impressioni di movimento o di equilibrio. Attenzione comunque al perfetto allineamento delle linee orizzontali e verticali: queste vengono messe a confronto con i margini della foto, per cui anche la minima imprecisione è subito percepita.


ph. Massimo Lanzi, Rimini 2013



Linee diagonali: trasmettono la dinamicità, sono simbolo grafico del movimento, dell’azione, della precarietà, della profondità e della distanza. Se la stabilità delle linee orizzontali e verticali è data dall'associazione con la forza di gravità, la tensione generata dalle diagonali ha la stessa origine: pare infatti che siano in procinto di cadere.

ph. Massimo Lanzi, Roma 2015

ph. Massimo Lanzi, Sorrento 2013

ph. Massimo Lanzi, Napoli 2013


Linee curve: o a spirale, movimentano l'ambientazione rendendola armoniosa. Sebbene abbiano un preciso orientamento, sono caratterizzate da un graduale cambiamento di direzione che le esclude da un diretto confronto con i margini dell’inquadratura.



ph. Massimo Lanzi, Oud, 2009

ph. Massimo Lanzi, Bologna 2013

Commenti

Post più popolari