La città Razionalista

Il XIX secolo in letteratura, in musica, nelle arti figurative, si è interrogato sul proprio rapporto con il passato e con una società in veloce trasformazione, cosicché per tutto il primo trentennio del XX secolo la macchina (identificata nei macchinari industriali, nelle automobili e negli aerei), pur con tutte le contraddizioni legate ad una modernizzazione veloce e spesso forzata, è stata l’inevitabile modello di nuovo con il quale le arti hanno voluto e dovuto confrontarsi.

Le Corbusier, 1931, Villa Savoye


Il Movimento Moderno, conosciuto in Italia come Razionalismo, è stato uno dei più importanti movimenti nella storia dell'architettura, influenzando più o meno direttamente tutta l'architettura e l'urbanistica del XX secolo. Ne furono protagonisti quegli architetti che improntarono i loro progetti a criteri di funzionalità e a nuovi concetti estetici quali:

  • La prima esigenza in ogni edificio è il raggiungimento della migliore utilità possibile (la forma segue la funzione);
  • i materiali impiegati e il sistema costruttivo devono essere subordinati a questa esigenza primaria.
  • la bellezza consiste nel rapporto diretto tra edificio e scopo (Ciò che è funzionale è anche bello);
  • come le parti vivono nell'unità dei rapporti reciproci, così la casa vive nel rapporto con gli edifici circostanti;
  • la casa è il prodotto di una disposizione collettiva e sociale.


Massimo esponente del Movimento Moderno, e tra le figure più importanti nell'architettura degli anni venti in Europa, è sicuramente Le Corbusier; egli teorizza il concetto di Unité d'Habitation, puntando sui vantaggi funzionali, anziché sulle valutazioni del gusto (la casa come macchina per abitare) e detta i principi di un’architettura internazionale, capace cioè di progettare in ogni luogo e ad ogni latitudine l’ambiente costruito. In questo si scontrerà con l'architettura organica di Frank Lloyd Wright, sostenitrice non di principi prestabiliti ma di un imprescindibile rapporto dell’architettura con il luogo, lo spazio e il tempo.

Le Corbusier

Tra il 1929-30 Le Corbusier elabora il progetto della “Ville Radieuse” modello per una città moderna per un milione e mezzo di abitanti.
Per Le Corbusier, la città antica rappresenta un grave problema ed ostacolo allo sviluppo delle esigenze moderne, soprattutto quelle legate all’igiene e alla circolazione e, pur riconoscendo a molti centri storici innegabili caratteristiche architettoniche, armonia ed equilibrio, e ammettendone il loro valore storico, egli ritiene che non sia più possibile porre rimedio all’attuale stato di degrado.


Ville Radieuse, 1930, il rapporto con la città storica

Ville Radieuse, 1930, schema

La teoria lecorbusieriana sulla città del futuro è quindi concepita come grande concentrazione umana contenuta in una serie limitata di grattacieli capaci di ospitare ciascuno da 10.000 a 50.000 persone Distanziati ampiamente tra loro nel verde e separati dalle zone industriali e produttive, essi sono organizzati secondo una precisa struttura viaria dove le grandi arterie viabilistiche sono sollevate da terra attraverso pilotis e rigorosamente separate dai percorsi pedonali a terra.
Ville Radieuse, 1930, plastico di studio

Ville Radieuse, 1930, vista di progetto


Ville Radieuse, 1930, vista di progetto
Ville Radieuse, 1930, vista di progetto









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