La città manifesto: l'EUR

L’area destinata a diventare sede del quartiere oggi chiamato EUR era stata scelta fin dal 1936 come sede dell’esposizione universale di Roma del 1942 (E42) che avrebbe dovuto celebrare i vent'anni della marcia su Roma e della presa del potere da parte del fascismo. L'esposizione, tuttavia, non ebbe mai luogo a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, e il progetto originario non fu mai portato a termine: il progetto definitivo fu infatti presentato nel 1939, a guerra iniziata, e i lavori (drasticamente rallentati dalla situazione bellica) si interruppero solo tre anni dopo, proprio nell'anno 1942.

Mappa dell'Esposizione Universale di Roma E42


L’EUR può considerarsi un fenomeno tipicamente italiano, per il momento storico nel quale si sviluppa e per il confronto tra una visione dell’antichità intesa come memoria e nostalgia e una come tradizione in grado di rappresentare la modernità.

Un confronto che caratterizzerà la ricerca sulla città in Italia per buona parte del Novecento.
Il progetto venne affidato a un gruppo di cinque architetti nel quale figurano due tra i più affermati esponenti dell’architettura italiana: Marcello Piacentini e Giuseppe Pagano, il primo è il caposcuola di un classicismo moderno, monumentale e celebrativo, mentre il secondo è il rappresentante di un razionalismo rigoroso, europeo, ma praticato con sensibilità tutta mediterranea.
Lo scopo principale della committenza governativa è il senso celebrativo delle architetture e ben presto il ruolo di Piacentini, più vicino al regime, diventa prevalente al punto da portare  all'abbandono di Pagano.
Nel 1938. Unico firmatario è Marcello Piacentini.

“...Tutto il quartiere volse...”, come sostiene la storica Alessandra Tarquini: “... ad uno stile monumentale e moderno al contempo, monumentale e razionalista, stile in grado di evocare l'impero..., ma anche di lanciare Roma come mito per il futuro...”.

L’impianto urbano generale riprende lo schema tipico delle città romane di fondazione: un ampio viale centrale in direzione Nord Sud (cardo), l’attuale via Cristoforo Colombo nata come via Imperiale,  tagliato trasversalmente da strade secondarie (decumani) che dividono l’area in isolati. Il classicismo delle architetture derivò, oltre che dal modello classico del foro con portici ed esedre, anche dal mito rinascimentale della città ideale: una città perfetta, ordinata e razionale, disegnata con riga e compasso e ispirata ai trattati di Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini e di Leonardo da Vinci.

Esposizione Universale di Rome E42, progetto del sistema di piazze

Piero della Francesca, Città ideale, 1480-1490
In realtà, bloccato entro schemi rigidi e ripetitivi, il piano per l’EUR, dietro un razionalismo di facciata,  lascia il posto a una città monumentale, scenografica e autoritaria, che riprende – in peggio – il modello della città ottocentesca. La stessa scelta di utilizzare gli elementi e i materiali della tradizione italica (marmi, colonne, mattoni…) invece dei materiali della modernità come l’acciaio, il vetro e il cemento, dimostra la volontà di adeguare l’immagine della città alle retoriche di romanità del regime.
I pochi esempi di architettura razionalista rappresentano soltanto delle eccezioni nella rigida griglia di controllo di Piacentini.

Tra le realizzazioni previste per l'Esposizione era addirittura stato immaginato, in chiave fortemente simbolica, la realizzazione di un arco di dimensioni monumentali "L'Arco dell'Acqua e della Luce", che sarebbe dovuto sorgere dove fu poi realizzato il Palazzo dello Sport per le Olimpiadi del 1960.  L'arco non fu mai realizzato e il simbolo del quartiere divenne il Palazzo della Civiltà Italiana, noto anche come Colosseo Quadrato. All'estremo opposto venne costruito, su progetto di Adalberto Libera, il Palazzo dei Ricevimenti e Congressi con l'elemento suo più suggestivo rappresentato dalla terrazza su cui Libera realizzò uno straordinario teatro all'aperto.

Esposizione Universale di Roma E42, l'arco dell'acqua e della luce

Palazzo della Civiltà Italiana, La Padula et alt., 1943

Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, Libera, 1938-1954

Interrotti dallo scoppio della guerra i lavori ripresero nel1945 e continuarono fino al 1955 con il completamento delle infrastrutture, la vecchia Via Imperiale venne prolungata e prese il nome di via Cristoforo Colombo, e delle opere incompiute come il Palazzo della Civiltà Italiana e quello dei Congressi; ma è negli anni '60 che si riaccese l'interesse e la curiosità per questo quartiere “moderno” rispetto al resto della città, anche grazie alla candidatura di Roma ai Giochi Olimpici che segneranno un punto di svolta nello sviluppo del quartiere: entrò in funzione il tratto della metropolitana che partiva da Termini, fu aperta al culto la chiesa dei SS. Pietro e Paolo e venne costruito il Palazzo dello Sport, ad opera di Pier Luigi Nervi e dello stesso Piacentini.

Esposizione Universale di Roma E42, l'area alla fine della II guerra mondiale

Il quartiere EUR con gli interventi per i giochi olimpici del 1960

EUR, palazzo dello sport, Nervi e Piacentini, 1960
Quartier Generale dell'ENI, Bacigalupo e Ratti, 1960


Il rilancio del quartiere, portò l'EUR a svilupparsi, dopo le Olimpiadi, ben oltre i confini dell'originale pentagono, ma ciò non ha impedito all'antico centro di mantenere il fascino di scenografia perfetta per il cinema. Nell'immaginario di molti registi italiani, infatti, l'EUR diventò uno spazio urbano dalle straordinarie potenzialità, primo fra tutti Federico Fellini.

EUR, la zona centrale oggi

Ancora oggi architettura nuove opere sono in cantiere ed andranno ad integrarsi con l'esistente aprendo una nuova prospettiva verso il futuro. Una fra tutte il Nuovo Centro Congressi, comunemente nota come "La Nuvola", progettata dall' l'Arch. Massimiliano Fuksas e destinata a diventare il simbolo contemporaneo dell'EUR.

Nuovo Centro Congressi "la nuvola", Fuksass, 2008-in costruzione

Nuovo Centro Congressi "la nuvola", Fuksass, vista del modello





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