Il tema
della città viene sviluppato molto presto dai futuristi, una prima “visione”
appare addirittura nel “Manifesto” di Marinetti del 1909: essa è infatti il
luogo privilegiato della modernità che, con la sua forza travolgente, sembra
ormai a portata di mano; è il luogo in cui si incarna il futuro, la velocità il
movimento. Il paesaggio urbano appare sconquassato dalle luci, dai tramvai, dai
rumori, che ne moltiplicano i punti di visione.
Questa immagine
tumultuosa e violenta, viene ripresa da Umberto Boccioni in due sue opere del
1911, La città che sale e La strada entra nella casa: angoli che si
intersecano, forme concentriche, piani tagliati, sono l'immagine del vortice
della metropoli moderna; una Città Nuova che nasce e scresce insieme alla nuova
ideologia del movimento e della macchina, non avendo più nulla della staticità
del paesaggio urbano tradizionale.
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Umberto Boccioni, La città che sale, 1911 |
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Umberto Boccioni, La strada entra nella casa, 1911 |
Il senso
del movimento e della velocità, contro quello del monumentale e del pesante che
viene ripreso nel manifesto dell’architettura futurista firmato da Antonio
Sant'Elia nel 1914
“Noi
dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile a un immenso
cantiere tumultuante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa
futurista simile a una macchina gigantesca. “
La nuova
metropoli resterà però solo sulle carte lasciate da Sant'Elia: città visionarie
e verticali collegate dalle comunicazioni aeree, della casa mobile, dei veicoli
aerodinamici, del dominio tecnologico dell’uomo su cielo, terra e mare, indubbiamente
ispirate dai modelli d’oltreoceano, da quella New York che viene illustrata dai
giornali come il trionfo del futuribile; dove l’edificio si fa città e
infrastruttura, fabbrica e centrale energetica, anticipando alcuni temi del
razionalismo.
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Antonio Sant'Elia, disegni per la Città Nuova - Casamenti con ascensori, 1914 |
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Antonio Sant'Elia, Stazione per aeroplani e treni ferroviari, 1914 |
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Antonio Sant'Elia, studio per una centrale elettrica, 1914 |
La città
futurista si presenta come il primo modello in assoluto di città delle
macchine. I futuristi comprendono il ruolo e l'importanza che il movimento, i
trasporti, la velocità stanno per assumere nel contesto cittadino. Lo prevedono
e ne ipotizzano gli sviluppi. Una città verosimile e utopica al tempo stesso,
poiché in essa convivono la realtà contemporanea, caratterizzata dalla
crescente industrializzazione e dall'espansione urbana, con il desiderio di una
totale ricostruzione artificiale dell'universo.
Oggi non ci
sorprendiamo a vedere i progetti futuristi, che potrebbero facilmente essere
considerati come immagini uscite da un film di fantascienza (i suoi disegni
hanno ispirato il regista Frizt Lang per le scenografie del film Metropolis del
1927); proposti negli anni Dieci del Novecento essi furono tanto rivoluzionari
da essere considerati dal pubblico solo per il loro aspetto utopico e
visionario. Eppure hanno dimostrato di essere, di lì a qualche anno,
incredibilmente realistici.
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Fritz Lang, Metroplis - scena dal film, 1927 |
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Fritz Lang, Metroplis - scena dal film, 1927 |
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Ridley Scott, Blade Runner - scena dal film, 1982 |
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