Paul Gauguin
Nella nuova generazione di artisti che si
formano sulle orme di Manet e degli Impressionisti nasce l’esigenza di andare
oltre la rappresentazione dell’attimo fuggente della realtà, che aveva caratterizzato questo movimento artistico, a favore di un’esperienza più
personale fatta, nel rapporto con la realtà, di emozioni, di osservazione e di studio.
Non si forma un nuovo gruppo, ma una serie
di forti personalità individuali –tra le quali lo stesso Gauguin- che, con le
loro ricerche artistiche, apriranno di fatto la strada alle avanguardie del
Novecento.
Paul
Gauguin (1848-1903) nasce
a Parigi, ma vive una parte dell’infanzia in Perù, paese d’origine della madre.
Ancora molto giovane si imbarca come marinaio e per alcuni anni gira il mondo.
Dal 1871 risiede a Parigi dove lavora come agente di cambio.
Nel 1881, a 34 anni, decide di lasciare definitivamente
il lavoro per dedicarsi esclusivamente all’arte., abbandonando di fatto anche la
moglie e i cinque figli che si trasferiscono in Danimarca dai parenti di quest’ultima
Amico di Cèzanne e di Van Gogh,
Gauguin vivrà e lavorerà con quest’ultimo per tre mesi nella sua casa ad Arles
in Provenza. La loro amicizia terminerà burrascosamente nel 1888 a causa delle
profonde divergenze umane e artistiche.
Nel 1888, dopo essere venuto in contato con
l’opera di Emile Bernard, aderisce al Simbolismo:
una pittura che nasce dalla sintesi che l’artista opera delle impressioni
ricevute dalla realtà fisica, per estrarne gli elementi più significativi. La
sua produzione artistica abbandona quindi le regole tradizionali della
profondità e della prospettiva e quella impressionista delle variazioni di luce,
per proporre un colore puro, uniforme, racchiuso entro un marcato e deciso
contorno scuro (sul modello delle antiche vetrate medievali) che si adatta alla
scelta dell’artista di dipingere immagini filtrate dalla memoria e non tratte
direttamente dalla realtà, immagini che si rifanno ad una dimensione onirica o
del ricordo.
Lo spazio è ridotto ad un rapporto tra piatte
superfici colorate, è il tempo che dà profondità ai dipinti di Gauguin, un
tempo remoto e profondo.
Alla continua ricerca della purezza del
colore e della semplicità del colore, Gauguin compirà numerosi viaggi nelle
isole più remote della Polinesia Francese dettati, non da una fascinazione epr
l’esotico, ma dall’esigenza di cercare le radici più profonde del proprio
essere.
Tra le sue opere più significative
ricordiamo Da dove veniamo? Che siamo?
Dove andiamo? Un olio su tela dipinto nel 1897 in seguito alla perdita
della figlia
Olio su tela (141x176)
Dipinto in seguito alla perdita della figlia
Paul Gauguin, 1897, Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo? |
- riflessione sull'esistenza → testamento spirituale
- summa di tutte le sue ricerche cromatiche e formali degli ultimi otto anni
- Nei bordi inserisce il titolo dell'opera (sinistra), la firma e la data (destra)
- Lettura opera: destra verso sinistra (all'orientale) → ciclo vitale disposto ad arco
- Destra: bambino neonato lasciato nell'indifferenza di chi lo circonda
- Centro: un giovane sta cogliendo un frutto → 2 interpretazioni:
- Richiamo al peccato originale
- Gioventù che coglie la parte migliore dell'esistenza
- Alle spalle del ragazzo: una figura con il gomito in alto definisce la struttura triangolare, al vertice sono messe in risalto le figure rosse sullo sfondo → tormenti e domande dell’anima
- speculare rispetto all'uomo centrale: divinità → inutilità e la falsità della bugia religiosa
- Estrema sinistra: vecchia raggomitolata su di sè in attesa della morte
- Uccello bianco con una lucertola tra le gambe → vanità delle parole
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